Storia d’amore e di duelli

Letteratume
3 min readNov 30, 2020

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Un libro nato per sbaglio, che racconta una serie di duelli fuori dal tempo, in un’Italia politica e giornalistica lontana per stile da quella odierna.

Sono solo alcuni degli ingredienti che hanno portato Giorgio Dell’Arti a scrivere Gli onorevoli duellanti ovvero Il mistero della vedova Siemens (La nave di Teseo), una sapiente mistura tra giallo e romanzo storico che parla di amore e tradimenti, politica e potere.

Ben venga dunque la serendipità che sorride all’autore se questa conduce all’epoca giolittiana, in cui la politica sceglieva la soluzione cavalleresca per dirimere le diatribe e non stracchi talk-show, social o querele.

Agli inizi del secolo scorso ci si sfidava infatti a duello nella ieratica atmosfera di salotti e redingote, mentre oggi si preferiscono salotti virtuali e felpe con rosari, con relativo salto all’indietro della nozione di onore.

La storia. Siamo nel 1909 e il generale Tancredi Saletta muore, facendo indirettamente venire alla luce la sua relazione con Eleonora Füssli, giovane vedova dell’erede della multinazionale tedesca Siemens, chiacchierata animatrice di salotti e protagonista di controverse relazioni, tra cui quelle con i generali Pollio e Fecia di Cossato. Ed è proprio da un’interrogazione parlamentare indirizzata a quest’ultimo, che ricopre anche la carica di senatore, che il repubblicano Eugenio Chiesa darà il via ad una girandola di accuse e di offese che culmineranno in ben cinque duelli.

Eugenio Chiesa

Schierato a sinistra tra le fila della cosiddetta “Estrema” e filo anglo-francese, l’onorevole repubblicano approfitta dei dubbi riversati sull’avvenente signora per attaccare i vertici militari, rei di essere in combutta con la Triplice Allenza ai danni della propria patria, palesando così tutto il suo piglio antimilitarista e antimonarchico.

Ricorrendo alle cronache dettagliate del Corriere dell’epoca e ai resoconti di Guelfo Civilini, Dell’Arti riporta con dovizia di particolari le scene, quasi cinematografiche, dei duelli all’arma bianca: un corteo di vetture e curiosi, di padrini e poliziotti si snoda tra luoghi sacri e improbabili, dando vita a un’atmosfera tanto festosa quanto inquietante, soprattutto se si pensa che in gioco c’è pur sempre la vita umana e che di lì a qualche anno sarebbe iniziata la Grande Guerra.

Cinque sono le sfide programmate ma per diversi motivi non tutte avranno luogo e diversi sono i protagonisti che si avvicendano lungo lo sviluppo narrativo: Eleonora detta Nora è la convitata di pietra sempre presente tra le pagine; generali e politici imperversano a ogni piè sospinto e infine Eugenio Chiesa riceve un meritato approfondimento visto il ruolo da antagonista impenitente.

In sintesi, per godersi appieno il cortocircuito tra politica e aristocrazia, tra amore e guerra, con l’annesso portato di beghe sentimentali e accuse di spionaggio, bisogna abbandonarsi a una lettura che si rivelerà chirurgica e appassionante.

L’abilità dello storico-cronista-saggista Dell’Arti risiede proprio nell’aver mescolato brio e pathos e nell’aver saputo confondere la sua voce con quella dei colleghi dell’epoca, creando un godibile pastiche letterario che tiene insieme aulico e prosaico, ironia e serietà.

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