Amore non Amore: questo il dilemma?

Letteratume
2 min readMar 25, 2019

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L’amore di Franco Marcoaldi è spiazzante e vertiginoso.

Inserendosi nel felice solco segnato dal lirismo di opere come Il mondo sia lodato e Tutto qui, le cento poesie contenute in Amore non amore (La Nave di Teseo), rivisitazione di un canzoniere pubblicato venti anni fa, raccontano storie comuni, disegnano orizzonti e aprono spiragli in cui l’Amore è protagonista nella sua forma più eterea ma anche più ironicamente terrena.

Ognuno è “libero di dipingere la tela come meglio crede” esordisce Marcoaldi nella poesia che apre il volume, pertanto ciascuno cercherà tra le pagine il sentimento più congeniale, a cui aspirare o a cui chiedere conto, facendo tesoro della raccomandazione del poeta:

Perciò sarà battaglia

tra Amore e non Amore

durissima battaglia:

sarà guerra interiore

C’è dunque spazio per un’emozione ipotetica di secondo tipo (Se avessi te. Se avessi. Se) e per la perentoria e incontrovertibile celebrazione di bellezza e castità (è bello perché è casto perché è), mentre nel frattempo ci si affida a un Dio “demiurgo folle” che “promette a un tempo eccitazione e pace”.

Tra amori che finiscono in starnuti, macellai che fischiettano prima di incontrare l’amante e narcisi che si specchiano in un secchio, Marcoaldi riesce con grazia ed ironia a tratteggiare cento e più casistiche di una passione universale, spogliandola talvolta del suo afflato romantico e della sua aura di intoccabilità e facendola convivere amabilmente con le situazioni meno ordinarie e più stranianti.

“Mi manchi come mai mi sei mancata,

ti voglio come mai non t’ho voluta.”

Piangeva il vitello la sua bella,

da poco macellata. E disperato,

ne leccava il corpo

ormai cellofanato.

Siamo perciò grati al poeta per averci presi per mano e accompagnati tra le innumerevoli implicazioni dell’Amore — dal massimo godimento a “pena, angustia, malumore” — consapevoli che nell’incerta lotta tra Amore non Amore tra l’andare a largo e ritornare a riva “medesimo è il motore”.

Che comica l’Amore!

Se solo gira male

non c’è peggior dolore:

feroce ferocissimo

preludio di tragedia…

Ma muove banderuola,

è il turno di commedia:

scalzato il vecchio amore,

dissolto il temporale,

già brilla il nuovo sole:

la comica è finale.

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