Democrazia e scrittura con Pascale e Rastello

Letteratume
2 min readMar 20, 2023

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Avendo a disposizione un panorama editoriale che pubblica oltre 60.000 novità l’anno, appare quasi paradossale ricorrere a un libro, un saggio per giunta, uscito oltre dieci anni fa: nulla di strano se il testo in questione contiene spunti senza tempo che illuminano anche la situazione informativa e culturale italiana del 2023.

Democrazia: cosa può fare uno scrittore?, pubblicato da codice edizioni, è un libriccino del 2011 che raccoglie gli interventi tenuti da Antonio Pascale e Luca Rastello alla Biennale Democrazia del 2009.

Protagonista è la parola come fonte di conoscenza e informazione che, banalizzata da media e social network, diventa vuota retorica e slogan consolatorio, perdendo la sua funzione di stimolo e pungolo.

Proprio in questo caso entrano in azione intellettuali attenti e critici come Pascale e il compianto Rastello, che non si rassegnano allo svuotamento di significato e al desiderio di sapere, impegnandosi con le parole e con le azioni — ciascuno dalla propria prospettiva — per far sì che la parola torni ad essere strumento descrittivo e conoscitivo.

In questo periodo storico che dura da almeno venti anni sono cambiati i meccanismi di comunicazione e decodifica, pertanto è necessario ridefinire la figura stessa dell’intellettuale che non sarà più soltanto lo scrittore o il giornalista, ma potrà essere un operatore culturale, un sociologo, un giurista, un economista o un qualsiasi altro attore dello spazio pubblico.

A patto che si serva di un metodo di analisi della realtà e che, con rigore e semplicità (ben diversa dalla semplificazione), sia in grado di mostrare la strada al cittadino comune, troppo spesso relegato nell’asfittico ruolo di spettatore/consumatore/utente social.

Entrambi gli autori attingono dai rispettivi retroterra per provare a restituire senso alla parola: per il divulgatore scientifico Pascale è fondamentale l’integrazione tra saperi, per essere in grado di esaminare e spiegare ciò che ci accade intorno; Rastello, forte della sua scrittura incisiva e della ricerca sul campo, esorta a praticare e non solo a raccontare la tensione della verità, affinché l’intellettuale si faccia cittadino.

In virtù di un quadro di questa natura, saremo tutti meno passivi e finalmente in grado di incidere sul reale.

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