Due vite e uno scherzo

Letteratume
3 min readJul 15, 2020

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Quale può essere il risultato dell’incontro tra le ruvidezze di un illustratore settantenne e le petulanti pretese di un nipote di quattro anni?

L’esito è tutto nel titolo del romanzo di Domenico Starnone, quello Scherzetto che il piccolo gioca al nonno, arrivato a Napoli da Milano per occuparsi di lui in assenza dei genitori in odore di separazione: un confronto-scontro che mette in risalto la voragine che separa le due generazioni e che pone interessanti interrogativi sulla vita e sulle scelte che ci si pongono davanti.

Noto illustratore, sospeso tra conferme e disillusioni, Daniele Mallarico si ritrova a fronteggiare il quasi sconosciuto nipotino Mario, che lo terrà impegnato tra le mura domestiche (e appena fuori!) in un perdurante braccio di ferro, teso tanto a sfidare l’esperienza e la saggezza quanto a dimostrare progressi e a richiedere attenzioni.

La convivenza forzata è funzionale all’instaurazione di un rapporto che consente a entrambi di conoscersi meglio e di amarsi: una boccata di ossigeno che nasconde insidie viste le diverse posizioni da cui avviene la battaglia tra passato e futuro. Ad ogni (sacrosanto) tentativo di portare a termine il lavoro — le illustrazioni di un racconto Henry James — corrisponde una (sacrosanta) esigenza infantile, che sia rappresentata da giochi, cartoni animati o altre occupazioni.

Davanti agli occhi del lettore si alternano vivide immagini di un tempo passato, popolato da ricordi e fantasmi, da una moglie che non c’è più e da una casa ormai irriconoscibile, e di un tempo presente, accompagnato da una figlia esigente e un genero poco stimato, da vicini di casa ostili e da una governante pronta a giudicare.

Tra di loro si insinua il vispo Mario, che aiuterà il burbero nonno a ritrovare una spinta vitale e una diversa e mai tardiva visione del mondo.

«Mi sentii come se avessi ricevuto uno spintone così violento da mandarmi dal centro ai bordi del mondo. E mi ricordai di un altro urto altrettanto forte, quello che avevo avvertito da ragazzino quando non sapevo ancora niente delle mie capacità e le avevo scoperte tra meraviglia e spavento.»

Dopo aver raccontato con sguardo lucido e tagliente il mondo della scuola, Starnone conferma una invidiabile sensibilità nel fotografare, come pochi, quegli spaccati familiari in cui coesistono, in un conflitto perenne, rabbia ed entusiasmo, insofferenze e speranze, velocità e lentezza. In un’ideale trilogia aperta da Lacci e chiusa dal recente Confidenza, Scherzetto, candidato all’edizione 2018 dei National Book Awards, conferma la felice seppure dura necessità di scandagliare, tra sontuosi batti e ribatti, le relazioni affettive.

«Sentii che in quel pupazzetto vivo c’era anche — anche — qualcosa che negli ultimi settant’anni mi era sembrato solo mio e che invece veniva da molto lontano.»

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