Dieci libri per ragionare, divagare, lottare…
La Giornata Mondiale del Libro non è che il pretesto per festeggiare un bene — cartaceo o digitale — che al di là di ogni stracca retorica dovrebbe essere omaggiato ogni giorno.
Tanto più in un’epoca satura di informazioni ma priva di tempo e strumenti per assimilarle.
Nella breve selezione che segue ho inserito alcuni testi più o meno recenti che, con le rispettive specificità, possono contribuire a far amare la lettura e gli innumerevoli mondi che si dischiudono alla chiusura di un libro.
Libri per ragionare
Il capitalismo della sorveglianza di Shoshana Zuboff è la migliore risposta ai dubbi che ci attanagliano riguardo al potere pervasivo assunto dalla tecnologia e dai moderni sistemi di controllo.
Un saggio rigoroso e coraggioso che ci proietta nell’era dei nuovi poteri mostrando come cambia, o dovrebbe cambiare, la nostra visione della società e dell’economia e ricordandoci l’enorme valore che hanno i dati personali.
Scritto nel 2011, e per questo legato all’attualità del momento, E qui casca l’asino della filosofa Paola Cantù ha l’enorme merito di essere un saggio senza tempo che, analizzando il dibattito pubblico e le relative questioni argomentative di fondo, va alla ricerca di aporie ed errori di ragionamento.
Questo meritevole lavoro di scavo avviene su solide basi logico-filosofiche, provvidenzialmente inserite in un “glossario delle fallacie”, che ci aiuta nel leggere in filigrana qualsiasi discorso.
Libri per lottare
Passano gli anni, le guerre, le pandemie, ma Noam Chomsky mantiene saldamente il suo posto di coscienza civile di un’epoca, esprimendosi con acume e spirito critico sulle questioni più calde del discorso pubblico. Nel saggio La responsabilità degli intellettuali siamo di fronte all’unione tra lo storico saggio omonimo, pubblicato mezzo secolo fa, e una rilettura più recente condita da una preziosa intervista. Oggi come allora — e la storia americana ne è la cartina di tornasole — ci sono intellettuali “responsabili” acclamati dall’establishment e intellettuali “pazzi idealisti” guidati solo dai propri valori.
Non è difficile immaginare a quale categoria appartiene Chomsky.
Da sempre fedele alla sua “vocazione minoritaria”, anche Goffredo Fofi può essere considerato un alfiere della seconda schiera. Nel suo ultimo saggio L’oppio del popolo, l’idea di cultura viene censita nei numeri, studiata nei temi, nelle mode, nelle correnti, viene insomma analizzata fino al midollo, uscendone di fatto con le ossa rotte. Una cultura manipolata e depotenziata dal Potere che ci spinge ad essere “giocondi lotofagi” e a perdere la rotta del pensiero e dell’agire collettivo.
Libri per divagare
Autore di romanzi, versi, saggi in una lingua appresa solo in età adulta, J. Rodolfo Wilcock merita il riconoscimento di scrittore unico nel suo genere, spiazzante per stile e contenuti, estroso per la capacità di catapultarci in posti che non si vedono ma che sicuramente esistono.
Lo stereoscopio dei solitari, forse meno noto del Libro dei mostri, è una delle varie tappe del suo fantastico percorso: in questo caso si fa la conoscenza di settanta personaggi tanto affascinanti quanto (im)probabili.
Scrofe impellicciate che sognano, galline consulenti editoriali, malati che necessitano di specchi per credere di essere in compagnia, amanti cannibali, fabbricanti di numi, personaggi che scivolano in un’altra dimensione.
Quanto basta, una volta chiuso il libro, per non sentirsi uguali a prima.
Allo stesso modo sappiamo che esistono (anche se non li conosciamo di persona) I mattoidi italiani di Paolo Albani: linguisti, poeti, scienziati, fisici, astronomi, profeti, ciascuno portatore di tesi e teorie alquanto bizzarre.
Inutile dire che sarebbe bello se i personaggi di Albani — quadratori del cerchio, curatori di foruncoli, mistici atei bigotti — potessero un giorno incontrare quelli di Wilcock.
Libri per vivere
Solo un poeta come Ben Lerner poteva scrivere un romanzo tanto lucente quanto misterioso.
Nel mondo a venire è la storia di un trentenne che si ritrova di colpo travolto da un vortice di cambiamenti: la sua migliore amica gli ha chiesto di diventare il padre di suo figlio; sta per diventare uno scrittore ricco e famoso; gli viene diagnostica una malattia cardiaca.
Il tutto si riflette sul mondo circostante: calamità naturali colpiscono New York e calamità emotive si impossessano dei personaggi: tra realtà e finzione e con uno sguardo potente e ironico, Lerner celebra la feconda complessità dei rapporti interpersonali e la bellezza della vita.
La strada verso la bellezza è lastricata di brutture, crimini, violenze, delusioni. Marocco, protagonista di Giovanissimi di Alessio Forgione, viene abbandonato dalla madre ritrovandosi a crescere, tra difficoltà e pessimi risultati scolastici, Dylan Dog e partite di pallone, in quella terra di mezzo che può essere la giovinezza di un quattordicenne a Soccavo.
Due incontri, di segno opposto eppure entrambi risolutivi, segneranno una svolta per uscire dai sogni ed entrare nella realtà. Con stile incisivo e linguaggio penetrante, Forgione celebra nonostante tutto la giovinezza, Napoli, la vita.
Libri per leggere tra i libri
Sembra un concerto a due voci (tre se si considerano alcune incursioni del moderatore) quello tenuto da Kurt Vonnegut, celebre e dissacrante autore di Ghiaccio Nove e Mattatoio n.5, e Lee Stringer, editore senza fissa dimora e quindi scrittore, racchiuso nel libro Stringere la mano a Dio.
Prima in un’occasione pubblica, poi in una più ristretta, i due si sono ritrovati a ripercorrere le proprie vite e carriere, trovando tante differenze generazionali e di retroterra socioculturale, ma altrettante analogie, soprattutto sul modo di intendere la scrittura e di celebrare la potenza della lettura. Un dialogo intimo e sociale che si può leggere e rileggere con piacere.
L’amore per la lettura e per i libri può diventare una malattia, se non un’ossessione. È ciò che accade al protagonista del romanzo L’illettore di Hermann Burger: rinchiuso in un misterioso spazio angusto e colpito da un morbo che gli impedisce di leggere i libri, un uomo cerca la sua cura in una corrispondenza con una fascinosa principessa.
Ne viene fuori un viaggio metafisico e avvolgente, conturbante e straniante, che dice molto sull’amore/repulsione per i libri lasciandoci anche alcuni interessanti spunti sulla vita dell’autore.