E la nave va…

Letteratume
3 min readDec 9, 2020

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Chiedendo scusa a Dante, se la nave è “sanza nocchiere in gran tempesta” ci si organizza, ma il problema sorge quando il capitano è presente ma è incapace di guidare il vascello.

Nel breve romanzo illustrato Il Capitano e la Gloria, dato alle stampe da Feltrinelli alla vigilia delle Presidenziali Americane, Dave Eggers ha trasposto in allegoria la Presidenza Trump immaginando il comandante Donald alla guida del bastimento Stati Uniti d’America.

La storia comincia, nemmeno a dirlo, con un passaggio di consegne.

Preso dall’insopprimibile afflato di “dare un bello scossone alle cose”, l’uomo dalla piuma gialla si candida indisturbato al ruolo di Capitano della austera e rinomata Glory. Un’imbarcazione fondata sull’uguaglianza e sul riconoscimento di uguali possibilità è destinata purtroppo a farsi guidare da un “noto deficiente” che — bontà sua — deciderà di farsi accompagnare da una scalcagnata e improvvida compagnia di giro che annovera tipacci come Pete il Tubo, Benny lo Strizzo, Michael il Cohen, Patsy l’assassino e una suadente e spesso irriconoscibile figlia.

Allergico alla cultura e alla conoscenza e sostenuto da una voce nella bocchetta che, più che da coscienza, gli serve da conferma ed esaltazione dei suoi beceri propositi, il Capitano tiene in pugno l’imbarcazione veicolando quotidianamente messaggi crudi e crudeli, spiazzanti e insignificanti, e fornendo esempi pratici di come si educano equipaggio e passeggeri (ovvero gettarli in mare al grido di “inzuppa il mammalucco” e “annega la mezzasega”).

A bordo della Glory non ci sarà dunque più spazio per idealisti e ammutinati, avvocati e progressisti, e per tutti coloro che, come polli d’allevamento, non accetteranno di essere guidati da un uomo inetto e crudele destinato tuttavia ad essere scalzato da uomini ancora più crudeli e sicuramente meno irresoluti di lui.

L’arrivo del Pallido, di Barba di Sangue e l’approdo nella terra del Mollaccione — e qui la caccia alle similitudini diventa appassionante — segneranno infatti il punto di rottura nella condotta tutt’altro che irreprensibile del comandante.

Quella di Dave Eggers è una feroce caricatura di Donald Trump e di altri leader internazionali: una favola amara e ironica, divertente e angosciosa che non fa sconti alla ormai ex guida degli Stati Uniti e a cittadini trasfigurati in migliaia di sudditi di un bastimento alla deriva.

A dare un tocco di qualità oltre che di attualità al testo, ci sono le pregevoli ed essenziali le illustrazioni di Nathaniel Russell e l’ottima traduzione di Vincenzo Mantovani.

«Il rifugio degli animali domestici di bordo fu sostituito da un mattatoio. Gli insegnanti della nave furono sostituiti da poliziotti. Il gruppo teatrale fu sostituito da un televisore. Il bibliotecario della nave fu sostituito da un televisore. Lo storico della nave fu sostituito da un televisore. L’orchestra sinfonica della nave fu sostituita da un televisore che suonava canzoni patriottiche, e a dirigere l’agenzia che finanziava le piccole imprese il Capitano nominò la moglie del tizio che dirigeva la Federazione mondiale di wrestling».

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