Essere Uaired oggi

Letteratume
3 min readMar 10, 2019

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Uaired, ovvero come trasformare una monotona esistenza nell’Oltrepò pavese in una missione fantascientifica con risvolti alla Philip K. Dick.

Senza fare ricorso a etichette abusate su realtà distopiche e affini, Elio e Franco Losi, un versatile artista e cantante (già frontman delle Storie Tese) e un brillante ingegnere informatico con trascorsi nella Silicon Valley, tratteggiano i contorni di un mondo futuribile, popolato ancora da esseri umani, ma soprattutto dai Uaired, individui dotati di un dispositivo elettronico nel cervello che consente di leggere nel pensiero dei propri simili.

La bassa padana diventa così il punto di collegamento tra un’umanità al tramonto e una nuova genia di essere ibridi, visti come la possibile evoluzione (involuzione?) dell’attuale homo tecnologicus iperconnesso e sempre più social.

Gec e Toni, due vitelloni post-moderni, dediti alla vita notturna e al bivacco da bar, conducono una vita tutto sommato ordinaria, avvolta in una nebbia che “riempie le narici, entra nel cuore, soffia nell’anima, gratta la pelle”.

Tutto scorre tra reminiscenze adolescenziali e corteggiamenti più o meno fruttuosi, fino a quando a Gec non si attiva un interruttore nel cervello: un clic che gli consentirà di comunicare telepaticamente e di ascoltare una miriade di voci che cominceranno ad affollargli la testa.

Voci come quella del vicino di casa, Scorfano (o qualcosa del genere) detto Giorgio, e del suo cane, entrambi Uaired pronti ad accogliere Gec, non si sa se con qualche secondo fine.

«Il processo di trasformazione, modulato sull’esperienza biologica dei Uaired, ha come fine ultimo la digitalizzazione dell’individuo così da renderlo indipendente dal corpo che lo ospita e sempre connesso ai suoi simili.»

Gli equivoci e le situazioni comiche si susseguono inarrestabili, lasciando invariato il pathos di fondo e preservando la credibilità della struttura narrativa: assistiamo così a trasformazioni di corpi ma non di cervelli (Giorgio diventa Stefi), incontri decisivi come quello con la dea ex machina Regina, incontri con Uaired che forse non lo sono e tante altre situazioni che ci suggeriscono che i Uaired non sono poi così diversi dagli umani.

In fin dei conti, la loro filosofia, basata sulla condivisione e sull’equità, guarda nella nostra stessa direzione: si nasce e si sta al mondo alla continua ricerca di qualcosa, di una strada, di una passione, di un amore, di un lavoro, di un’aspirazione, in una parola di felicità.

«Come sa bene qualsiasi Uaired, in un mondo creato apposta per consentirlo, la felicità è sempre possibile ed è compito di tutti garantire, a tutti, le condizioni per ottenerla. Anche il nuovo essere umano cerca la felicità nella libera realizzazione di se stesso, ma presto scoprirà che non è più semplice di quanto lo fosse prima.»

Uaired è un romanzo fanta-umoristico, tanto divertente nei dialoghi quanto serio nella sua legittima appartenenza al filone fantascientifico, ed è segnato da ritmo e stile leggeri e lineari; una menzione particolare merita la scelta di “de-anglicizzare”, fin dal titolo, i termini tecnici in nome di una gioiosa idiosincrasia linguistica (breinplag, devais, uaifai, bodirest, but, breinbocs sono solo alcuni esempi).

In definitiva, Elio e Franco Losi, ciascuno pescando nel proprio retroterra professionale e culturale, hanno costruito una macchina perfetta, una commedia satirica e profonda, unica nel panorama letterario italiano.

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