Ferocia e melodia in Bernhard

Letteratume
2 min readMay 30, 2020

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Guardare allo specchio le proprie e altrui ossessioni, e riderne. Talvolta con ferocia, talvolta con disincanto.

Thomas Bernhard è stato un maestro nel produrre questo lavoro di scavo psicologico che suscita riso, commozione, pensiero: come nelle opere precedenti, anche nella breve raccolta di racconti Goethe muore lo scrittore e drammaturgo austriaco ha messo in mostra gli stilemi più significativi della sua produzione trentennale.

Un Goethe agli sgoccioli della sua esistenza terrena, protagonista del racconto che dà il titolo al volume, ha come ultimo desiderio quello di incontrare Wittgenstein. Al suo capezzale e con diversi compiti accorrono e si osteggiano i fedeli sodali-segretari Eckermann, Riemer e Kräuter. Tra invidie, capricci, gelosie e peripezie di varia natura si giunge ad un epilogo a sorpresa, non privo di equivoco linguistico finale.

Meno umorismo dalle tinte fosche e maggiori dosi di una spietatezza che opprime ma non annienta, che distrae perfino senza annoiare, sono presenti nei racconti intitolati Montaigne e Incontro.

Nel primo, il filosofo francese e i suoi libri sono il rifugio del quarantaduenne protagonista, costretto dal controllo oppressivo dei genitori a rinchiudersi in una torre piena di volumi che proveranno a dargli respiro e consolazioni esistenziali. Nel secondo, è ancora la famiglia ad essere vissuta come sentina di castigo, odio, reclusione, distruzione, con risvolti addirittura grotteschi; in questo caso il filo della memoria che dovrebbe tenere insieme due amici si spezza di fronte ai diversi modi di reagire: uno sfiancato ma combattivo, l’altro indifferente e ormai assuefatto.

Le fiamme in cui brucia l’Austria nazional-socialista sono protagoniste del sogno racchiuso nell’ultimo testo (Andata a fuoco), ulteriore manifestazione del dolore e dell’avversione di Bernhard nei riguardi di quella che non ha mai considerato la sua vera patria.

Logica e tragedia, genialità e apocalisse, spietatezza e vitalità si fondono con risultati sorprendenti, eppure la fascinazione che suscita la prosa di Bernhard risiede anche nella forma e in quelle azioni narrative che si arrestano e ripartono fino a fondersi con i dialoghi, a loro volta strutturati come una spirale impazzita (emblematico è il primo “ucronico” racconto).

La scrittura ritmata e il farsi beffe del buon senso e della diacronia, il tutto con una melodia che ammalia e tiene incollati alla pagina, sono elementi imprescindibili anche di questa piccola perla letteraria.

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