Germania mon amour?

Letteratume
2 min readMar 16, 2021

La Germania o la si ama o la si odia. È così in Saluti e baci da Mixing Part di Erlend Loe, romanzo-commedia del brillante scrittore norvegese, tradotto con maestria da Giuliano D’Amico e pubblicato — neanche a dirlo — da Iperborea, massima autorità in tema di letteratura nord-europea.

Da un lato abbiamo Telemann, drammaturgo in crisi creativa sospeso tra sogno e realtà, che detesta tutto ciò che è teutonico e “nazichincaglierie” annesse; dall’altro c’è sua moglie Nina, insegnante innamorata di usi e costumi tedeschi.

In mezzo c’è la meta della loro vacanza con tre figli al seguito, quella Mixing Part che, secondo il bizzarro traduttore automatico del padrone di casa Bader (quale traduttore automatico non è a suo modo bizzarro!), corrisponde a Garmisch-Partenkirchen, deliziosa località situata sulle Alpi bavaresi.

Non potrebbe esserci teatro più incantevole per una commedia in tanti atti che tiene insieme un esilarante scambio di mail tra i proprietari dell’appartamento che ospiterà la famiglia norvegese e una vorticosa e altalenante corrispondenza tra coniugi che, tra fantasie, ironia e tradimenti, prendono di petto una fisiologica crisi di coppia.

Telemann passa i giorni e le notti con il chiodo fisso di scrivere l’opera teatrale perfetta, ossessionato e ammaliato dalla sexy cuoca britannica Nigella Lawson e altrettanto ossessionato — e un po’ meno ammaliato — dal marito milionario Charles Saatchi; nel frattempo sua moglie intrattiene rapporti sempre più ravvicinati con il signor Bader. Distrazione di non poco conto sono anche i figli, della cui educazione i genitori sembrano risentire fino al punto da rimpallarsene la gestione per poter onorare i rispettivi impegni.

Un cupo realismo si mescola a dialoghi esilaranti e a una weltanschauung (tanto per rimanere in tema) che fa del sarcasmo e della precarietà i motori propulsori per tirare avanti.

Mixing Part diventa così un bizzarro luogo dell’anima in cui convivono sapidamente allegria e tensioni, incomunicabilità e desideri repressi, grazie alla prosa scarna, raffinata ed avvolgente di un Erlend Loe in stato di grazia.

«Secondo te Mixing Part è uno di quei posti dove la gente tiene i propri figli o quelli di altri segregati in cantina per ventiquattro anni e li violenta tremila volte? …»

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