I migliori 15 libri del 2018 (secondo me).

Letteratume
6 min readDec 24, 2018

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Tempo di bilanci vuol dire tempo di liste e di elenchi, di classifiche e di tasselli da riempire; non è un caso che, ogni fine dicembre, quotidiani e riviste dedichino ampio spazio al consueto redde rationem.

Quella che Umberto Eco ha felicemente definito “la vertigine della lista” e che ha visto in Georges Perec un appassionato e meticoloso cultore (numerosi i suoi scritti dedicati alle descrizioni e agli elenchi), altro non è che una smania di sistematizzare e incasellare che trova la massima espressione proprio sul finire dell’anno.

Con la dovuta umiltà non vorrei sfuggire a questo rituale, perciò passerò in rassegna l’elenco dei “miei” migliori quindici libri pubblicati in Italia nel 2018, divisi per argomento.

Immigrazione: la percezione dell’intolleranza

Il 2018 è stato l’annus horribilis del dialogo intorno all’immigrazione, sia per un infuocato clima politico figlio di una campagna elettorale permanente, sia per una complicata e spesso distorta percezione del fenomeno.

C’è tuttavia chi, compatibilmente con il proprio ruolo politico o sociale, ha tentato di mettere ordine nel caos: il j’accuse di Giuseppe Civati in Voi sapete. L’indifferenza uccide (La Nave di Teseo) ha aperto l’anno all’insegna di una forte presa di posizione contro la nostra società occidentale, che troppo spesso dimentica il mondo dei “sottouomini” costretti a migrare e a morire.

Un atto di auto-denuncia collettivo, che trova un parallelo in quello personale di Edoardo Albinati in Cronistoria di un pensiero infame (Baldini+Castoldi): desiderare provocatoriamente la morte di un bambino per scuotere la propria e le altrui coscienze.

Un bellissimo libro illustrato, intimista e struggente al tempo stesso, è Preghiera del mare di Khaled Hosseini con disegni di Williamson, tradotto e curato da Roberto Saviano (SEM): la lettera di un padre al figlio sul futuro, sulla paura e sulla speranza. Per non dimenticare i naufraghi e in particolare il piccolo Aylan Kurdi, morto sulla spiaggia di Bodrum nel 2015.

Vedi Napoli e poi scrivi

La città di Napoli, una delle più belle e controverse al mondo, ha conosciuto negli ultimi anni una vasta eco mediatica grazie ai successi prima letterari e poi televisivi dei Bastardi di Pizzofalcone e dell’Amica Geniale (solo per restare ai più recenti).

Tra i libri usciti nel 2018 meritano una menzione speciale Cara Napoli di Lorenzo Marone (Feltrinelli) e Napoli. Nostalgia di domani di Paolo Macry (Il Mulino), due perfette espressioni della napoletanità, interpretata rispettivamente nei suoi quotidiani simboli sportivi, sociali, culturali e nella sua storia artistica e politica. In entrambi i casi si rileva un felice approccio autobiografico.

Chi siamo e cosa mangiamo

Fuori da ogni retorica, i tempi sono difficili: in un pericoloso cortocircuito intellettuale, politica e società rischiano di condizionarsi reciprocamente facendo scelte al ribasso.

Ecco perché leggere migliora la vita, soprattutto se si ha la fortuna di imbattersi in saggi lucidi, onesti ed equilibrati.

In ambito politico il pamphlet di Gianrico Carofiglio e Jacopo Rosatelli Con i piedi nel fango (edizioni Gruppo Abele) traccia la rotta di un pensiero critico che deve sporcarsi le mani con la realtà e, come suggerisce il titolo, anche i piedi, entrando nel fango per aiutare ad uscire chi è vittima di fanatismo e manipolazioni.

Una palingenesi culturale è possibile anche facendo proprie le riflessioni di Massimo Mantellini in Bassa risoluzione (Einaudi): la società digitale, con le sue logiche massificate e potenzialmente infinite, ci costringe a ridurre le aspettative; lungi da ogni determinismo tecnologico, dobbiamo perciò ricorrere al buon senso per afferrare il senso di questa nuova contemporaneità. Siamo quindi sicuri che la bassa risoluzione sia un male?

Linfa per chi vuol tenere desta la propria attività critica è anche Che mondo sarebbe di Cinzia Scaffidi (Slow Food Editore), la risposta più adatta al profluvio di talent guidati dagli chef e alla bulimia pubblicitaria. L’autrice passa ai raggi x la pubblicità commerciale per svelarne contraddizioni e illusioni.

L’Italia che ride

Non credo che, oltre al Pil e al Bil (Benessere Interno Lordo, c’è già/ancora?), esista un Ril (Risata Interna Lorda).

Sarebbe perciò interessante misurare il grado di divertimento di un Paese che, negli ultimi due anni, è stato definito dal Censis “rancoroso” e “incattivito”.

Facciamo dunque tesoro dell’incontro con due autori come Francesco Muzzopappa e Lo Sgargabonzi che, rispettivamente con i loro Heidi (Fazi) e Jocelyn uccide ancora (Minimum Fax), hanno dato un contributo fondamentale all’evoluzione del concetto di umorismo nell’Italia del 2018.

Come in altri libri precedenti, Muzzopappa mette alla berlina il mondo della comunicazione con uno stile lieve ed ironico; Lo Sgargabonzi,invece, dà libero sfogo al politicamente scorretto rivelandosi un comico feroce e sferzante, unico nel panorama italiano.

Padri e figlie

Il 2018 è stato anche l’anno di uscita in Italia di tre bellissimi romanzi, ad opera di editori molto attenti alla qualità dell’offerta editoriale.

Il cuore delle ragazze arde più forte di Shobha Rao (Neri Pozza) narra una grande storia di amicizia e di ostacoli da affrontare in una spietata India patriarcale: la protagonista Poornima, alle prese con un padre autoritario e dopo aver perso la madre in seguito a una lunga malattia, conosce la speciale Savitha, sempre felice nonostante i problemi familiari. Da qui la svolta di entrambe le vite e una forte unione contro feroci prevaricazioni.

Un padre speciale è protagonista di Censimento di Jesse Ball (NN Editore): non restandogli molto da vivere, un uomo decide di censire gli abitanti della città intraprendendo un lungo viaggio con suo figlio affetto dalla sindrome di down. Un manifesto dedicato all’amore filiale, alla nostalgia, all’eredità e ai valori che vorremmo che ci sopravvivessero.

Donne che parlano di Miriam Toews (marcos y marcos) è un romanzo tratto da una vera storia di stupri e violenze avvenuti in una remota comunità mennonita. La ribellione, il coraggio, l’orgoglio delle donne trovano voce nel narratore, chiamato ad aiutare e a testimoniare, anche se la strada verso la libertà è accidentata.

Storia e memoria

La memorabile redazione dell’Oxford English Dictionary è un valido pretesto per raccontare e romanzare una affascinante storia. Simon Winchester ha scritto Il professore e il pazzo (Adelphi) proprio per rendere giustizia allo straordinario rapporto instaurato tra il professor James Murray, responsabile dell’epocale progetto, e il collaboratore-letterato “W.C.Minor”, che dalla cella di un manicomio contribuì fortemente alla stesura di diversi lemmi.

Trasferendoci da un Dizionario alla radio, una meritevole opera di manutenzione e diffusione di memoria condivisa è stata fatta in Radiogol (il Saggiatore) da Riccardo Cucchi, per oltre trent’anni voce storica di Tutto il calcio minuto per minuto.

Il libro, appassionante e dal ritmo intenso, è un prezioso atto d’amore nei confronti del mondo del calcio e dei suoi attori, riuscendo abilmente a trasportare le emozioni dalle onde radio alla pagine scritta, a dimostrazione del fatto che si può guardare rimbalzare un pallone anche con il cuore.

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