Il fantastico mondo di Gianni Rodari

Letteratume
3 min readSep 11, 2020

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Nel centenario della nascita e nel quarantennale della morte, Gianni Rodari è tornato fortunatamente ad essere oggetto di attenzioni nel dibattito editoriale e culturale: tra i saggi che hanno avuto il merito di tratteggiarne la figura e l’opera con completezza e passione documentale c’è Lezioni di fantastica — Storia di Gianni Rodari di Vanessa Roghi, storica e docente presso l’Università “La Sapienza” di Roma.

Il volume edito da Laterza ne illumina sia la prolifica attività di scrittore “per ragazzi” sia la febbrile attività politica, intellettuale e culturale, dando grande risalto a quella forte convinzione secondo cui, grazie al gioco, il mondo può essere guardato con occhi diversi.

Scorrendo le pagine ci troviamo di fronte a una appassionata lezione sul “fantastico”, visto come occasione di confronto, di crescita, di conferma e di proficua relazione con l’assurdo, la fiaba. Solo così — suggerisce Vanessa Roghi facendo sua la lezione di Rodari — si può immaginare un mondo nuovo, che può nascere dalle invenzioni, dai giochi di parole, dall’immaginazione ma anche dall’ascolto e dal coinvolgimento.

Perché un bambino deve imparare piangendo ciò che può imparare ridendo? Si chiedeva Rodari.

Questa massima, che pedagoghi, insegnanti, genitori e società dovrebbero tenere bene a mente, dimostra l’inscalfibile fiducia riposta dallo scrittore di Omegna nei confronti dell’infanzia, maturata per giunta in un’epoca in cui la vita e i consumi culturali dei giovanissimi stavano attraversando un’importante trasformazione — siamo negli anni ’60 — grazie all’introduzione di televisione e fumetti.

La poetica e la visione di Rodari, sviluppate dall’autrice con competenza storiografica, tengono conto delle angustie, dei timori e delle fatiche di leopardiana memoria che attanagliano l’infanzia, ma allo stesso tempo fanno il pieno di ottimismo, fiducia, utopia e della loro importante funzione educativa.

Il mondo di Rodari è fatto di insiemi interconnessi: c’è la narrativa di Filastrocche in cielo e in terra, Favole al telefono e C’era due volte il Barone Lamberto, c’è il giornalismo all’Unità e a Paese Sera, c’è la passione pedagogica (Il manuale del pioniere, Grammatica della fantasia), c’è la politica.

Proprio le riflessioni sul comunismo e sulla sua appartenenza al PCI conferiscono un innegabile valore sociale a quest’ottimo libro: Rodari si interroga sulla pratica di militanza quotidiana e sul modo dialettico di concepire la storia, la realtà e, forte delle innumerevoli traduzioni delle sue opere in Russia, ha modo di riflettere sull’universalità della figura del bambino e sull’imprescindibilità del tenerne in considerazione i suoi sentimenti più alti.

Con rigore e leggerezza, il lavoro di Vanessa Roghi ha il pregio di mostrare in filigrana quel sottile ma solidissimo filo rosso che tiene insieme il gioco, la lettura e la fantasia nel magico mondo “rodariano”.

«Se il buon giocattolo serve da pretesto per fare altro anche il libro non deve finire all’ultima pagina: dopo la parola “fine” ci deve essere spazio per il bambino che crea e inventa. Non bambini al servizio dei libri, ma libri al servizio dei bambini.»

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