Quando la vera meta è il viaggio

Letteratume
2 min readJul 20, 2019

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Disclaimer: in questo libro si respira aria pura.

Senza mai arrivare in cima di Paolo Cognetti — già Premio Strega con Le otto montagne — è l’elogio dell’andare in montagna senza dover conquistare la vetta, un incedere felice, che antepone il desiderio del viaggio al raggiungimento del traguardo.

Giunto alla soglia dei quarant’anni, l’autore decide di scalare l’Himalaya facendosi accompagnare da due discreti amici — Remigio e Nicola — e da una carovana di persone pronte ad affrontare una sfida ardua ma corroborante, con la certezza che la solitudine non è isolamento.

«Sapevo che in montagna si cammina da soli anche quando si cammina con qualcuno, ma ero contento di dividere la mia solitudine con questi compagni.»

Il viaggio di Cognetti, accompagnato da minute descrizioni e documentazioni (ai 2.500 metri granoturco; ai 3.600 risaie coltivate a orzo e miglio, orti rigogliosi, fieno e peperoncino; ai 4.700 metri stelle alpine tra camosci e stambecchi), può contare su un Virgilio d’eccezione: Il leopardo delle nevi di Peter Matthiessen, vero e proprio vademecum diacronico di questa esperienza. I pensieri dei due scrittori arriveranno spesso a sovrapporsi e a confondersi, generando strani ma affascinanti déjà-vu.

Tra Yak e pecore azzurre, tra Shey Gompa (Il Monastero di Cristallo) e tibetani e nepalesi, c’è spazio per nuovi compagni di viaggio, come la cagnolina Kanjiroba, presenza dolce e discreta che ha la salvifica funzione di argine ai possibili scoramenti.

«Era proprio la calma la chiave di tutto, il vero contrario della paura.»

L’Himalaya del resto non è una montagna qualunque: è una cima viva, abitata da uomini calmi e silenziosi, sacra al punto da condurre all’essenziale. Eppure, di fronte a tanta sacralità («Le montagne non hanno significato, esse sono significato; le montagne sono.»), c’è tempo per intermezzi comici come quando le mutande stese sui fili da bucato sventolano al sole come bandiere di preghiera.

Senza mai arrivare in cima è un libro dalla scrittura piana e rarefatta, adatto a chi ama viaggiare e scalare le vette, ma consigliato soprattutto a chi ama viaggiare in primis dentro la propria anima.

«Impara che ben più prezioso della vetta è il sentiero. Trova un senso in ogni passo. Dentro questa concentrazione.»

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