In cerca di una patria interiore

Letteratume
2 min readMay 25, 2021

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Mettere radici, non cercarle. Piantarle dentro di sé in quella patria che ciascuno ha al proprio interno.

Si può sintetizzare così Alla mia patria ovunque essa sia (Gog Edizioni), appassionato pamphlet scritto dal giornalista e critico letterario Filippo La Porta.

Le nostre tradizioni, i nostri avi, le nostre bandiere e il nostro idioma non devono diventare vessilli di un bieco nazionalismo ma possono (devono) essere le stelle polari di patrie interiori, in barba a qualsiasi retorica oltranzista e alle perturbanti derive della globalizzazione.

I più grandi scrittori — si pensi a Bolaño o al Rushdie dei Figli della mezzanotte — hanno di fatto ricreato le rispettive patrie nella propria fantasia, dimostrando non solo l’importanza di appellarsi a luoghi reali (ecco Kafka e Praga, Joyce e Dublino, Proust e Parigi) ma anche la capacità di raccontate che le radici sono una scelta che incide in modo netto sul nostro immaginario culturale.

© Libertà e Giustizia

Le origini e le tradizioni, l’identità e l’appartenenza, spiega La Porta nella premessa, sono dunque pilastri fondamentali per la nostra esistenza ma vanno ripensati e attualizzati, così come bisogna stare attenti alle manipolazioni e alle “invenzioni” scadenti e strumentali.

La cultura e la politica, i consumi e gli stili di vita rientrano così nelle scelte che ciascuno opera per sentirsi parte di una comunità (vera o immaginata): tuttavia il rischio insito nella modernità è che la sua natura instabile e frammentaria favorisca l’emersione di idoli e feticci (un partito, una squadra di calcio, un leader politico) che non hanno un reale fondamento.

Ecco perché, citando il poeta Saba, La Porta mette in guardia dall’accostare il nobile concetto di patria a quelli sempre attuali di nazionalismo e razzismo: “patriottismo, nazionalismo e razzismo stanno fra di loro come la salute, la nevrosi e la pazzia”.

Accompagnandoci in modo scorrevole tra le righe di Pavese e Pasolini, di Simone Weil e Ágnes Heller, di Carlo Levi e Nicola Chiaromonte (dello stesso La Porta consiglio la biografia Eretico controvoglia), questo breve e brillante saggio ci permette di riflettere sulle nostre idee di spazio e radici e di capire che, prima di difendere e lottare per qualsiasi confine, bisogna conoscerlo e averlo interiorizzato.

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