In memoria di Nuccio Ordine
C’è qualcosa di emblematico nella morte di Nuccio Ordine, scomparso improvvisamente lo scorso 10 giugno.
Professore ordinario nell’Università della Calabria e Presidente del Centro Internazionale di Studi Telesiani, Bruniani e Campanelliani, insigne studioso di Giordano Bruno e saggista di fama internazionale, attraverso i suoi scritti ha veicolato un’idea di cultura e di studio totalmente svincolate dal guadagno economico, visione antitetica rispetto a quella che ha colonizzato l’immaginario collettivo grazie alle reti Fininvest/Mediaset dell’appena defunto Silvio Berlusconi.
L’utilità dell’inutile, assurto a longseller Bompiani a dieci anni dalla prima uscita del 2013, è una summa delle sue riflessioni in cui, con scrittura brillante e originale e coinvolgendo autorevoli scrittori e pensatori, dimostra che non è utile solo ciò che produce profitto e che il culto del possesso tende a inaridire lo spirito.
Non solo dunque l’utilità dell’inutile, ma anche l’inutilità dell’utile, servono a riabilitare, dove necessario o a nobilitare il più delle volte scritti epocali, che rendono giustizia all’arte, alla letteratura, alla creatività.
Partendo dal “cos’è l’acqua” di David Foster Wallace e passando per i pesciolini del colonnello Buendìa, si arriva a Dante, Boccaccio e Petrarca (“la letteratura non va asservita al guadagno”), all’eterno Giordano Bruno, per poi approdare al Mercante di Venezia, a Platone, Kant, Ovidio e a Italo Calvino (“il gratuito si rivela essenziale”).
La seconda parte del saggio, arricchito nel finale da un denso saggio di Abraham Flexner e da una gustosa bibliografia, si snoda intorno al dualismo tra Università — Azienda e Studenti — Clienti, attraverso l’analisi di scritti di Tocqueville, Gramsci, Locke, Euclide e Archimede.
Il capitolo conclusivo, intitolato “Possedere uccide”, affronta gli eterei concetti di Amore, Verità e Dignitas Hominis, esemplificati dalle elevate parole di Leon Battista Alberti: “L’animo degli studiosi sia acceso da una particolare brama non già d’oro e di ricchezze, bensì di virtù e di sapienza”.
Si vola alto con Nuccio Ordine. Ci mancherà.