L’amore è eterno finché è l’ultimo
Il primo amore non si scorda mai, l’amore è eterno finché dura, amare è sapere di essere amato e così via di amori comuni che tracciano la rotta di un sentimento molto narrato e chissà quanto altrettanto vissuto.
Chi pensava di aver già letto tutto sulle corrispondenze di amorosi sensi dovrà ricredersi prendendo tra le mani e sfogliando Senza fine. La meraviglia dell’ultimo amore di Gabriele Romagnoli, un viaggio lieve e passionale nelle storie degli ultimi amori.
L’unione di Lana e Carlo e del loro tandem arancione, gli amori tardivi dei pentiti di mafia, il 27 barrato del padre dell’autore, le sindromi di James Dean e Barigazzi: c’è posto per tante persone più che personaggi, persone talvolta al limite dell’anonimato, ma animate dalla strepitosa vivacità narrativa e dallo stile mai scontato di Romagnoli.
Fanno capolino, tra gli altri, Zygmunt Bauman e la sua amata Aleksandra, intenti a ballare un ultimo e delicato valzer, che fa pensare a entrambi — e a tutti noi che li scorgiamo tra le pagine — che ne è davvero valsa la pena, che si può affrontare la morte non provando a sconfiggerla o a evitarla, ma mettendola nel conto attraverso il pieno godimento dei momenti felici.
«Hanno scelto lui e Aleksandra di accogliere nel proprio futuro la perdita dell’uno o dell’altra, togliendole la maschera dell’eventualità che le attribuiamo da giovani e guardando negli occhi la certezza. Accettare la perdita nella forma del disamore o in quella della morte è un passo che evita il male a sé e agli altri.»
Se con i recenti Coraggio! e Solo bagaglio a mano aveva esplorato gli eroismi quotidiani e il desiderio di liberarsi dalle zavorre, in Senza Fine Romagnoli ricorre dunque a un aulico e antico sentimento per trovare le connessioni tra le persone, quell’intreccio di fili chiamato musubi che ci porta a pensare che “la vita è noiosa, ma il destino imprevedibile.”
Imparare dagli errori, cambiare strada se necessario, capire che non si è mai arrivati al traguardo e, come eterni bambini, decidere che “non è finita finché ricomincia”.
Ecco perché siamo grati a Gabriele Romagnoli: per averci ricordato che “accettare è il primo modo di amare” e che “se non hai sprecato gli anni arriverai all’ultima vita e la farai durare, accanto al tuo ultimo amore”.
Messaggi che meritano di restare scolpiti nel cuore e nella memoria, e che aiuteranno chi ama, ha amato o amerà ad andare incontro all’amore “senza affanno, senza paura, senza fine.”