L’anomalia siamo noi

Letteratume
2 min readMar 25, 2022

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Cosa attendersi dal presidente dell’Oulipo che fu di Perec e Queneau, Le Lionnais e Calvino?

Incastri, intreccio, linguaggio, costrizioni: sono gli elementi che caratterizzano uno dei testi più godibili e sorprendenti degli ultimi anni.

Un romanzo a chiave, metaletterario e sperimentale: si presenta così L’anomalia di Hervé Le Tellier (La nave di Teseo, ottima e ardita traduzione di Anna d’Elia), premio Goncourt 2020 e autentico caso editoriale francese ed europeo.

La trama: nel marzo 2021, un Boeing 787 Air France diretto da Parigi a New York incontra una turbolenza e si inabissa per ricomparire tre mesi dopo perfettamente uguale a come era al momento della partenza. Riaffiorano l’equipaggio, i passeggeri, tutti proprio tutti quelli che, in realtà, stavano già “vivendo” la propria esistenza da tre mesi.

Un assurdo logico che chiama in causa CIA, FBI, esercito e governo e che avrebbe un analogo precedente, chiaramente oscurato, perfino in Cina.

Cosa è successo in poco meno di cento giorni? Le vite vissute a terra si evolvono, si complicano, si dissolvono creando uno scollamento con quelle riaffiorate dopo il volo.

Un cantante rap che fa i conti con la propria omossessualità, un bambino in arrivo e storie d’amore che finiscono, una figlia che ha subito abusi dal padre, malattie che incombono, uno scrittore alla ricerca di una chiave e della realizzazione: sono queste le vite sospese tra marzo e giugno, che impongono ai rispettivi proprietari un’atroce redde rationem.

Tra le pagine dell’Anomalia, a farla da padrone sono le stratificazioni di significati, i rimandi e le citazioni, gli ammiccamenti letterari (Calvino, Tolstoj, Proust) e una buona mistura di ritmo e suspense che non è per fortuna la cifra prevalente di quest’ottimo romanzo ibrido (un po’ fantascientifico/avveniristico, molto anticonvenzionale).

Con Le Tellier entriamo dunque in un turbolento labirinto in cui è bello perdersi, restando avvolti in un tourbillon di illogicità che acquistano senso pagina dopo pagina, fino a quando non si realizza che probabilmente l’anomalia siamo proprio noi.

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