L’atto d’amore di Follett per la sua Cattedrale
15 aprile 2019. Sono ancora negli occhi di tutti le immagini della Cattedrale di Notre-Dame di Parigi in fiamme: un rogo che ne ha distrutto la guglia e devastato parte del tetto, assestando un colpo al cuore della cultura e della civiltà occidentali.
L’incendio di un simbolo che ha commosso il mondo intero e che ha trovato nell’accorata e pronta reazione di Ken Follett, autore del saggio Notre-Dame, un omaggio alla sua memoria e alla sua storia secolare.
L’agile testo, edito in Italia da Mondadori, è infatti una breve testimonianza scritta dal Follett in poco più di due settimane e il cui ricavato verrà devoluto alla Fondation du Patrimoine. Si tratta appunto di un atto d’amore da parte del maestro del giallo, che proprio sulle cattedrali gotiche ha edificato la sua più bella storia letteraria (si pensi alla monumentale Trilogia di Kingsbridge).
Per chiunque assistere a una distruzione di tale portata è “come veder cadere una montagna o inaridirsi un fiume”. E non allevia il dolore pensare che la letteratura ci era già arrivata, come ricorda la descrizione di un incendio nel quarto capitolo de I pilastri della terra:
«I puntoni sono formati da centinaia di tonnellate di legno, vecchio e molto secco. Se bruciano, il tetto crollerà e le macerie demoliranno il soffitto a volta, che cadendo distruggerà i grandi pilastri di pietra che tengono in piedi l’edificio.»
Non è stato però solo il legame speciale intessuto con questi edifici ad aver animato la scrittura essenziale e partecipe di Follett, ma hanno giocato un ruolo fondamentale anche la straordinarietà dell’evento e la potenza del simbolo, fortemente voluto dal vescovo Maurice de Sully nel 1163 per competere con la cattedrale di St.Denis.
Ecco perché Follett ama ripercorrere le tappe della genesi e le alterne fortune di Notre-Dame: dall’immane sforzo compiuto da uomini e donne in un’epoca segnata da violenze e carestie, ai ripetuti e spesso fallimentari tentativi di calcolare l’esatta tensione delle torri; dai lavori di martello, scalpello e intonacatura alle più o meno travagliate incoronazioni di Napoleone e Charles de Gaulle. Tutto sembra dunque concorrere alla realizzazione di qualcosa d’irripetibile, di perfetto.
Una magnificenza e uno splendore, tali da creare disorientamento, che avevano affascinato Victor Hugo, al punto da fargli ambientare l’omonimo e celebrato romanzo.
«Era una di quelle giornate primaverili che hanno tanta dolcezza e bellezza che tutta Parigi, riversandosi nelle piazze e nei viali, le festeggia come fossero domeniche. In queste giornate di luce, calore e serenità, c’è una certa ora in particolare in cui si deve ammirare il portale di Notre-Dame.»
Alternando salienti ma sostanziali cenni storici alle sensazioni suscitate dall’incendio, Ken Follett ha scritto un breve documento che rende giustizia al fascino di Notre-Dame, perpetuandone l’energia e la bellezza, tutt’altro che intaccate dal triste incidente.