Le sabbie immobili di Pontiggia
A cosa corrisponderebbero nell’odierna comunicazione quelle che Giuseppe Pontiggia chiamava “sabbie immobili”?
Il vincitore del Premio Strega 1989 con L’arte della fuga e autore dell’eterno Nati due volte, non ha fatto in tempo a conoscere il mondo dei social, essendo morto nel 2003, altrimenti avrebbe apposto un’appendice al già compiuto e tuttora attuale Le sabbie immobili, pubblicato nel 2020 per gli Oscar Mondadori e già premio Satira politica di Forte dei Marmi nel 1992.
Pur portando indietro l’orologio di trent’anni, oggi come allora ci rendiamo conto di essere impantanati dentro tic e luoghi comuni, retorica stantia e cattiveria malcelata (forse oggi molto poco celata), operazione perfettamente riuscita in questo denso e gradevole libriccino, in cui Pontiggia ha saputo metterci di fronte alle contraddizioni del linguaggio e della società.
L’autore ci ricorda che “problema” è una parola usata per dire che “non c’è problema”, tipica di esistenze assillate da troppi problemi e da un vago scollamento tra la cosa e il suo nome (c’è o non c’è problema?) e allo stesso tempo passa ai raggi x aggettivi che progressivamente vengono svuotati del loro significato (“simpatico” viene attribuito agli oggetti per esprimere un’inesistente familiarità con cultura e denaro, mentre “incredibile” suscita rassegnazione in chi ascolta).
Sublime nel coniugare impegno civile e passione letteraria e altrettanto abile nel farsi beffe di ogni automatismo verbale grazie ad apologhi e aforismi vibranti e caustici, Pontiggia verrebbe oggi tacciato di snobismo, qualunquismo e di qualsiasi altro ismo caro alla cultura del piagnisteo.
Renderemmo grande merito a un grande scrittore se ogni tanto evitassimo di portare con disinvoltura quel bagaglio a mano che è il “bagaglio culturale”, se ci fermassimo prima di dire che ogni giorno c’è un “mutamento epocale”, se usassimo a ragion veduta le attraenti attribuzioni “kafkiano, proustiano e platonico”.
La sorniona ironia dello scrittore è condensata dunque in una messe di detti e citazioni e, a mo’ di chiosa valida anche per chi scrive su questo blog, in una gustosa lista di termini che etichettano sarcasticamente la critica (letteraria e non): autenticità e impegno; incisivo, penetrante; grandezza e possenza; cristallino, pulito, puro vs. torbido, spurio, sporco; inquietante, conturbante, sconvolgente; indispensabile, indelebile, irresistibile, mirabile, indicibile, inimitabile, incancellabile, irraggiungibile; incomparabile; memorabile; insostituibile; convincente, struggente, icastico, denso; compatto, saldo, consistente; stimolante, trascinante, dinamico, vivificante, eccitante; rigoroso; accurato, preciso, impeccabile, puntuale; comunicativo, cordiale, affabile; avvincente, catturante; bello.