#LibriIn40Parole — Novembre 2021
Se la pensiamo come Seneca, secondo cui “non è vero che abbiamo poco tempo, la verità è che ne perdiamo molto”, allora quaranta parole sono un buon compromesso per capire senza indugi di che pasta è fatto un capolavoro (per poi leggerlo o rileggerlo e, in ogni caso, non si tratterebbe di tempo perso).
Steinbeck, Hemingway, Roth, Orwell: chi Nobel e chi no, sono tra i pilastri della chiarezza e della passione, della profondità e della combattività della letteratura di ogni tempo.
#LibriIn40Parole di novembre è solo l’antipasto alle loro magnifiche opere senza tempo.
Non c’è sogno americano per i diseredati. Prima del Furore e del Nobel, John Steinbeck si misura con l’amicizia degli ultimi. George e Lennie, attraverso solitudini e sensibilità, speranze e dolcezza, fanno scoccare dall’arco della letteratura un capolavoro senza età.
Una penna limpida si specchia nel mare lucente dei Caraibi, così in Hemingway la lotta dell’uomo contro la natura diventa lirica e cruenta. Siamo di fronte a un raro esempio di gloria, Nobel e Pulitzer che non arrivano per caso.
Non siamo in una barzelletta ebraica, ma in una vita splendidamente complessa in cui coscienza, manie, desideri e imposizioni lottano senza sosta. Attraverso le sue inimitabili gesta Alex Portnoy ci regala un epico elogio della libertà sessuale e di pensiero.
La guerra è pace, la libertà è schiavitù, l’ignoranza è forza. Sei libero di pensare. Quello che decide il Grande Fratello. Accade, è accaduto, forse (non) accadrà. La tetra distopia di Orwell è uno dei migliori regali fatti alla letteratura.