L’Intelligenza Artificiale è già qui

Letteratume
3 min readDec 5, 2020

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Cos’è davvero, come funziona, che effetti avrà. Si parla di Intelligenza Artificiale nell’omonimo saggio, uscito di recente per Bollati Boringhieri a cura di Stefano Quintarelli.

Raramente, in un testo divulgativo, il sottotitolo tiene fede alle attese riuscendo a soddisfare innumerevoli curiosità o a rispondere a profondi interrogativi. In questo volume a più voci si ha invece la netta sensazione di cominciare la lettura con grande interesse e di portarla a termine vedendo pienamente chiariti i propri dubbi e uscendone arricchiti con una nuova visione del fenomeno.

Introdotti dalla prefazione di Piero Angela, Claudio Giulia Ferrauto (che è anche curatrice redazionale), Francesco Corea, Fabio Fossa, Andrea Loreggia, Salvatore Sapienza e lo stesso Quintarelli indagano, ciascuno per il proprio campo di competenza e con approccio felicemente polifonico, la rivoluzione tecnologica in atto, ponendo al vaglio delle rispettive competenze gli aspetti tecnici, etici, giuridici, occupazionali.

Partendo da un’affascinante disamina storica che fa risalire la preoccupazione dei rapporti tra uomo e macchina al III Secolo a.c. con l’ingegnere Filone di Bisanzio e poi al Golem di stampo ebraico, a Charles Babbage e a Ada Lovelace, prima programmatrice donna, gli autori presentano una panoramica dell’IA nell’immaginario cinematografico e socioculturale (Terminator, Odissea nello spazio, Matrix) per poi soffermarsi con acume e profondità sulle numerose applicazioni tecniche dell’IA dalla metà del secolo scorso a oggi (e, chiaramente, a domani).

Visto che da secoli l’uomo sognava una macchina in grado di assisterlo, ma temeva di esserne sopraffatto, Alan Turing, pioniere dell’informatica e genio dannato, predispose il test di Turing o imitation game (ma ancora più importante ai fini informatici è l’omonima macchina), primo e decisivo passo verso un compiuto sviluppo della scienza informatica.

La rapidità di questa rivoluzione digitale, e della sterminata mole di dati che ne scaturisce (solo nel 2022 su Internet passerà la stessa quantità di dati transitata negli ultimi quarant’anni), impone dunque un altrettanto rapido adeguamento da parte degli individui, della collettività e delle istituzioni.

Queste macchine straordinarie, come le definisce Piero Angela in apertura, necessitano di cura, manutenzione, programmazione, ma soprattutto di riflessioni sulle ricadute etiche, giuridiche e lavorative: non è così scontato che i robot faranno diminuire l’occupazione, perché dovrebbero ridisegnare gli organigrammi aziendali, così come è fondamentale un’etica dell’Intelligenza Artificiale per individuare la catena di responsabilità di ciascuna azione.

Per comprendere appieno la portata di queste continue trasformazioni, bisognerebbe in primo luogo accordarsi sul significato di intelligenza (ai “robot”, malgrado gli innumerevoli progressi, mancano la capacità di astrarre e dedurre, la creatività e la consapevolezza) e poi accettare il ruolo “ancillare” delle macchine, nate apposta per liberare energie cognitive superiori per l’essere umano.

L’abilità degli autori sta nell’aver evitato qualsiasi forma di adesione fideistica o di fanatismo tecnologico, proponendo una critica ragionata e competente che avviene dall’interno del settore e che non lascia inespresso nessuno scetticismo.

Tra la posizione apocalittica, integrata (per usare due categorie care a Umberto Eco) e indifferente, alla fine della lettura viene naturale assumere una posizione “riflessiva”, che punta a capire, conoscere e immaginare, indipendentemente dal coinvolgimento professionale in queste tematiche.

Godibile e accessibile, questo prezioso volume fornisce esempi pratici e riferimenti dalla vita di ogni giorno (Alexa, Siri, Maps sono già tra noi), che ci ricordano che “Intelligenza Artificiale” non vuol dire fantascienza ma una serie di strumenti e opportunità che, valutati attentamente, possono migliorare la vita.

Stefano Quintarelli

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