L’ultima estate di una generazione

Letteratume
2 min readMay 25, 2023

--

Siamo sul litorale romano, è il 20 luglio 2001 e tre amici si apprestano a vivere un’estate come un’altra. Convitata di pietra è una ragazza che ha invece deciso di raggiungere Genova, dove si sta svolgendo il G8, per capire che direzione prenderà il mondo.

Quelle ventiquattro ore daranno una scossa alle già precarie certezze e per tutti inizierà una nuova stagione della vita.

Giacomo, Enzo, Filippo e Biba sono i protagonisti di Solo vera è l’estate, splendido e potente romanzo di Francesco Pecoraro uscito nei primi mesi del 2023 che, sulla scorta dei precedenti ottimi lavori (La vita in tempo di pace e Lo stradone su tutti), riesce a mettere ordine nella matassa storica inquadrando singole e apparentemente ordinarie esistenze.

Il nucleo della narrazione si snoda tra Roma, Anzio e Piazza Alimonda, vertici di un triangolo affettivo, sessuale, esistenziale: GEF (così viene identificata tra le pagine la triade di maschi) condivide con la fatale e apparentemente candida Biba le origini borghesi-politicizzate del liceo Mamiani che diventano un presente fatto di liaison intrecciate e di aspettative divergenti.

Giacomo, fidanzato ufficiale di Biba, è ricercatore in filosofia, mentre i di lei amanti Enzo e Filippo affrontano i rispettivi impieghi di grafico e meccanico di biciclette riponendo scarse e confuse attese sul futuro: insieme trascorreranno un caldo e inutile sabato sera al compleanno della cugina del primo, in attesa di rincontrare la loro “amata” che intanto a Genova avrà fatto il pieno di disillusione, paura e frustrazione.

I tre trentenni “borgheselli”, per quanto vagamente reattivi e contestatari, sono pur sempre “creature allevate nel berlusconismo degli anni Ottanta”, sospese tra un flebile tentativo di sfuggire alla manipolazione e alla massificazione e quello più soffice di conformarsi a una relativa agiatezza economica e culturale (“Roma è città ferma, dove i patrimoni, piccoli e medi, si conservano a lungo senza aumentare o diminuire troppo per mancanza di investimenti di rischio”). Biba, provando a sporcarsi le mani, almeno ci prova a capire qualcosa, a cambiare il corso degli eventi.

Il libro di Pecoraro non ha toni pessimistici, non indulge in utopie e distopie, ma racconta con lingua viva e mimetica la condizione giovanile a cavallo degli anni Duemila. E lo fa con maggior nitore e convinzione rispetto a tanti saggi e romanzi “generazionali”.

--

--

Letteratume
Letteratume

Written by Letteratume

Spunti di lettura con leggerezza

No responses yet