Raccolto diurno come inno a libertà e resistenza

Letteratume
2 min readJun 21, 2022

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Raccolto diurno di Erri De Luca (Crocetti Editore) è uno di quei testi da assaporare un po’ per volta e da tenere con sé nel corso dei momenti più intensi, di quelli più difficili, mentre si comincia e quando si finisce qualcosa di importante, quando si è soli, quando ci si sente soli, quando si vuole pensare.

Attraverso una manciata di poesie, Erri De Luca ci invita con parole dolci e affilate, semplici e scintillanti, ad arrampicarci con lui verso una dimensione verticale che è propria del suo essere scalatore, ma anche della sua natura di scrittore che ha a cuore l’eco del proprio verbo.

In questa prosa lirica che assume i tratti di una poesia romanzata, sono chiamati a raccolta padre e madre, Borges e Chagall, le piccole e grandi cose della vita, la quotidianità e l’assoluto, la memoria e la felicità.

C’è un “Mare nostro” che non è nei cieli, che accoglie gremite imbarcazioni senza una strada sopra le proprie onde, ma che deve essere capace di custodire vite e di fare da abbraccio e da carezza; ci sono elementi naturali e “mani gonfie, vuote” che servono anche a unire e non a dividere.

Ogni riga, ogni storia, ogni afflato riversato dallo scrittore napoletano sulla pagina bianca diventano inni alla libertà e alla resistenza, invocati da chi ha fatto di questi valori le proprie ragioni di vita e di lotta.

In un mondo abituato a masticare con onnivora pervasività ogni forma di comunicazione e a trasformare ogni gesto in like o notifica, Raccolto diurno assume i contorni di una boccata d’ossigeno e di una pausa — si spera prolungata — che ci riconcili con la natura e con noi stessi.

Il libro può nascondere una lima / per segare le sbarre del lettore. / Lo sanno i carcerieri / che lasciano passare solo quelli / di copertina morbida, arrendevole. / Eppure una lima può esserci lo stesso, / nascosta in mezzo a verbi coniugati al futuro.

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