Un manifesto per la bibliofilia

Letteratume
3 min readJun 24, 2020

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Un atto d’amore nei confronti della lettura, della cultura, dell’editoria, è quello di Roberto Calasso, anima e direttore editoriale di Adelphi, nel suo ultimo saggio Come ordinare una biblioteca.

Non siamo soltanto di fronte a un raffinato vademecum sull’arte di riordinare la propria collezione di libri, come del resto suggerirebbe il titolo, ma abbiamo la fortuna di godere di una testimonianza di passione e rigore metodologico che, attraverso un memorabile excursus storico, abbraccia bibliofilia e riviste letterarie, librerie e fini riflessioni culturali.

Nel tentativo di trasferire un ordine mentale alle pretese di ritrovare il proprio ordine materiale, scopriamo dunque che gran parte delle speculazioni “bibliofile” oscillano proprio tra l’ordine e l’entropia: sulla scorta di esperienze personali e di ricostruzioni storiche, Calasso suggerisce dunque una sistemazione “plurale” che sia contemporaneamente diacronica e sincronica, storica, funzionale, macchinale, in cui convivano appunto due fasi in apparenza inconciliabili.

«Quando si cerca un certo libro, si finisce per prendere quello che gli sta accanto e che si rivelerà essere ancora più utile di quello che cercavamo.»

Il carattere di serendipità del libro e i diversi caratteri che gli si possono attribuire (esistono libracci, libri molesti, espulsi, provvidenziali, fuori misura) dicono molto anche del suo lettore: quello vero è sempre impegnato nella lettura di uno o più testi e all’interno di “quella attività ininterrotta” vivrà la novità come un disturbo e continuerà a seguire quel filo che di volta in volta verrà imbrogliato, sciolto, annodato, allungato.

Il viaggio tratteggiato da Calasso prende le mosse dalla ciclopica impresa di riordinare la biblioteca, in cui vengono in soccorso tra gli altri Pierre Bayle, Borges, Aby Warburg, per poi riversare il medesimo fervore storico-biografico nell’individuare i tratti salienti delle più grandi biblioteche, come la London Library e il suo sistema di prestiti e presentazioni, e del sistema delle librerie, tra cui la Central di Barcellona.

Il volume è inoltre impreziosito da un saggio sulla nascita della recensione (9 marzo 1665 ad opera di Madame de Sablé sulle Maximes di La Rouchefoucauld) e da un affascinante profilo storiografico del mondo delle riviste letterarie nella prima metà del secolo scorso, da cui se ne evince il ruolo seminale di generatrici di cultura e moltiplicatrici di significati.

Tra riviste dinamiche ed eclettiche, con le prime tese all’inclusione e alla vita breve e le seconde all’esclusione e al fascino per il passato, si consuma lo scontro tra arte e avanguardia, vecchio e nuovo, segnando la fine di un’epoca d’oro che ha visto in Londra e Parigi i motori di un ardore culturale che non si è ripetuto negli anni a venire.

L’opera omnia di Calasso, e con essa questo breve volume, è la massima espressione del connubio tra ricerca e passione, tra conoscenza e dedizione, di fatto l’ennesimo appassionato inno alla bibliofilia.

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