Una poesia da Nobel

Letteratume
2 min readJun 14, 2021

Un Premio Nobel per la letteratura inaspettato ma ampiamente meritato.

Una produzione poetica pressoché sconosciuta in Italia.

Si può riassumere così l’approdo al grande pubblico dell’opera di Louise Glück, sorpresa letteraria del 2020 grazie al prestigioso premio ricevuto dall’Accademia di Stoccolma, ma in fondo già arrivata da noi grazie alle Edizioni Dante & Descartes, piccolo editore napoletano che aveva avuto il merito di far tradurre a Massimo Bacigalupo il suo Averno.

In una nuova edizione e con nuovi titoli, il Saggiatore colma un’importante lacuna nel panorama lirico italiano riportando non solo Averno (con traduzione e nota critica dello stesso Bacigalupo), ma anche altre importanti raccolte poetiche, a partire dal Premio Pulitzer 1993 L’Iris selvatico.

Per quanto la tematica sia tutt’altro che dolce (e comunque nemmeno lontanamente melensa) la raccolta Averno è composta da tante ciliegie, ciascuna delle quali ne porta con sé altre e altre ancora fino a terminare la lettura in un breve lasso di tempo, pronti per ripartire con ulteriori e sorprendenti livelli di interpretazione.

Non si tratta di testi puramente mitologici ma di concentrati di letture archetipiche su grandi temi come morte, vita, amore, solitudine, sospesi tra l’ordinario e il metafisico e concepiti come una somma di frammenti e di significati profondamente intrecciati.

Premiata per l’intensità lirica, compressa e talvolta ermetica e per l’empatia che l’accomunano rispettivamente a Emily Dickinson e Toni Morrison, Louise Glück mescola saggiamente i misteri eleusini e i rapporti familiari, Persefone e le relazioni amorose, epica e straniamento: il canto rappresenta dunque la via privilegiata per affrontare il dolore del mondo e le inadeguatezze che si incontrano lungo il proprio cammino.

La poetessa statunitense ci apre le porte del lago Averno, dove gli antichi credevano che iniziasse l’aldilà, per dimostrarci, con acume autobiografico, che l’austera bellezza e la caducità delle cose possono serenamente convivere.

Muori quando il tuo spirito muore.

Altrimenti, vivi.

Puoi non farcela al meglio, ma tiri avanti -

non hai altra scelta.

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