Una volpe e la caccia all’amore
«Dove un istante prima si trovava sua moglie, adesso c’era una piccola volpe di un color rosso acceso. Lo guardò implorante, avanzò di un paio di passetti, e lui si rese conto immediatamente che sua moglie lo stava guardando con gli occhi dell’animale.»
Una metamorfosi improvvisa — la trasformazione della bella Silvia Tebrick in una volpe selvatica — è al centro del romanzo brillante La signora trasformata in volpe, scritto da un David Garnett la cui vita aveva poco da invidiare a un portentoso avvenimento di siffatta portata.
Membro del Bloomsbury Group, libraio, editore, giovane vedovo e amante di Duncan Grant di cui sposò la figlia Angelica, Garnett si è distinto per una vita lunga, intensa e priva di moralismi e per una produzione letteraria altrettanto vibrante.
Nel romanzo meritoriamente riportato alla luce da Adelphi nell’ottima traduzione di Silvia Pareschi, si narra il travaglio dell’uomo che non accetta la mutazione di sua moglie e il relativo confronto-scontro tra due mondi, quello umano e quello animale, meno distanti di quanto si possa immaginare.
L’intreccio narrativo viaggia spedito tra dodici fervide illustrazioni dello stesso autore e una prosa secca e descrittiva, priva di orpelli, che solo a tratti lascia trasparire gli intenti allegorici e le introspezioni del protagonista.
La tenacia dell’uomo di fronte all’inevitabile e all’imponderabile assume i contorni di un apologo dell’amore assoluto, reso con humour e finezza, delicatezza e sane dosi di bizzarria.
La volpe in vestaglia dalle movenze umane, la volpe che gioca a carte e con cui si può amabilmente sorseggiare il thè, la volpe che non vuol perdere la sua dignità prima di diventare selvatica e dare vita a una splendida cucciolata, la volpe buffa e altera che riesce perfino a consolare il suo “uomo”.
L’irritazione e l’insofferenza prenderanno però il posto della comprensione e della ragionevolezza di fronte al progressivo inselvatichimento e sarà questo a segnare la cesura della quieta convivenza tra Mrs. e Mr. Tebrick e l’inizio del peregrinare di quest’ultimo tra boschi, animali e nuove avventure per evitare che la sua amata diventi preda di cacciatori.
In un clima di perenne attesa e ferocia latente, di temuti inganni e reali tormenti, il povero Tebrick rischierà la follia confondendo il piano reale e quello fantastico: il tentativo di adattarsi ad una vita non più sua, contrassegnata dall’unico intento di perpetuare un amore impossibile, accompagnerà infine in maniera febbrile le sfuggenti orme della volpe.
«Era comico guardare la volpe mentre lui sbrigava le faccende: spesso sembrava esasperata dalla goffaggine con cui affrontava compiti che lei avrebbe saputo svolgere molto meglio, se avesse potuto.»