Weekly newsletter of Letteratume — Newsletter #11
La guerra impazza, la propaganda imperversa, la miseria umana e la violenza abbrutiscono, ma il mondo non si ferma.
In questo numero della newsletter si continuerà a parlare del conflitto russo-ucraino e dell’indicibile massacro di Bucha, soffermandosi sulla potenza della comunicazione secondo il Pojana, per poi passare ai Grammy, al cinema, all’editoria, a una Anna Maria Ortese in quaranta parole, con una piccola puntatina all’immancabile Covid-19.
Si rifletterà infine sul significato di casa (quello che manca e purtroppo mancherà per molto all’Ucraina) grazie al bel romanzo di Andrea Bajani.
Buona lettura.
Tersa Pagina
Riusciranno le sanzioni ad agire come deterrente alle brutali mire di Putin? Non sappiamo se e in che misura basteranno, ma intanto è doveroso lasciare da parte le questioni strategiche ed economiche per interrogarsi sul livello di terrore che siamo disposti a sopportare.
Cosa è successo a Bucha?
Come accade da sempre in ogni guerra, anche nel caso dell’invasione russa, la propaganda, i depistaggi e le mistificazioni giganteggiano in un contesto di immane violenza.
Serve talvolta affidarsi al pensiero laterale, come quello amaramente satirico del Pojana Andrea Pennacchi, per guardare in filigrana quello che accade.
Facendo poi una digressione su temi più leggeri si registrano con piacere vincitori e sorprese nella serata dei Grammy 2022, un interessante pezzo sul film del momento Licorice pizza e le logiche del mondo editoriale nella pubblicazione dei libri.
Per non perdere l’abitudine a confrontarsi con l’indesiderato ospite coronavirus, vediamo cosa accade a chi non ha mai preso il Covid.
Recensioni
Cosa vuol dire casa, cosa vuol dire “io”? In un romanzo coraggioso e raffinato, Andrea Bajani snocciola descrizioni di molteplici abitazioni per parlare di noi e delle nostre scelte.
Qui ho scritto del suo Il libro delle case, edito da Feltrinelli.
#LibriIn40Parole
Spesso il termine capolavoro viene usato a sproposito, ma il racconto Un paio di occhiali, contenuto in Il mare non bagna Napoli di Anna Maria Ortese (Adelphi) lo è davvero. E l’intero testo merita un posto di rilievo nel panorama letterario nostrano.
Qui viene compresso in quaranta parole.
Racconti Napoli e poi emigri. In cinque quadri Anna Maria Ortese dipinge con spigolosa delicatezza l’amata e poi abbandonata città, scendendo negli inferi grazie a un gioco di abbagli e ombre. “Un paio di occhiali” è un racconto capolavoro.
Per questa settimana può bastare, ci si legge la prossima. Nel frattempo se ci sono idee, suggerimenti, geremiadi, ci sono!